Il Buono, Il Bello, Il Giusto

Il Buono, Il Bello, Il Giusto - Blog - Creative Web Studio

Qualche tempo fa sono andato a visitare una piccola, ma affermata azienda agricola bio che ha tra le sue caratteristiche distintive quella di seguire tutto il processo produttivo dei suoi prodotti (in particolare quello della pasta) dalla coltivazione del grano alla mietitura, fino al confezionamento del prodotto finito. Un aspetto in particolare ha catturato la mia attenzione: il prezzo. Una confezione di pasta da 500g, infatti, costava mediamente oltre i 5€ e si poteva comprare solo sul posto in giorni ed orari ben stabiliti.

Il primo pensiero è stato che si trattasse di un prodotto in qualche modo divenuto di moda o pensato ad hoc per una clientela benestante e stravagante. Contrariamente a quello che immaginavo, invece, ho scoperto che il parco clienti dell'azienda era costituito per lo più da madri di famiglia, caratterizzate da un livello culturale medio-alto e da una disponibilità economica assolutamente nella media. La cosa interessante è che, oltre a spendere 10 volte il costo di un bene analogo al supermercato, queste persone erano anche disposte a percorrere svariati chilometri lungo una strada provinciale secondaria solo per acquistare quello specifico prodotto, disponibile, tra l'altro, solo presso la sede dell'azienda stessa.

Superate le prime perplessità, ho poi capito che questa esperienza mi aveva insegnato qualcosa di molto importante, confermando quella che, in origine, era stata soltanto un'intuizione. Credo, infatti, che stia nascendo una nuova classe di consumatori più informata e consapevole capace di riconoscere la qualità e l'eccellenza di un prodotto indipendentemente dal brand. Questo è evidente soprattutto quando la motivazione che detta l'acquisto è importante come quella di una madre consapevole che sceglie responsabilmente come nutrire i propri figli. Proprio come quei consumatori che oggi sono in grado di compiere scelte fuori da ogni logica tradizionale e per i quali prezzo e comodità d’acquisto passano in secondo piano rispetto alla provenienza delle materie prime, alla genuinità del prodotto e all'eticità del processo produttivo.

La comunicazione digitale potrebbe senza dubbio facilitare l'incontro tra questo tipo di domanda e offerta perché offre sia ai produttori che ai consumatori gli strumenti idonei a comunicare e a far conoscere quelle caratteristiche che, altrimenti, farebbero fatica ad emergere, come ad esempio l'origine della materia prima, il metodo di produzione e le persone coinvolte. Oggi la tecnologia mette addirittura a disposizione degli strumenti che, con una semplice scansione, consentono di seguire in toto il processo produttivo.

Sempre grazie alla tecnologia, i cambiamenti nel mondo del cibo e della ristorazione, però, interessano anche un altro aspetto: il bello. Infatti, mentre molti consumatori stanno cominciando a prestare attenzione ai canoni estetici di un prodotto, gli operatori della ristorazione sono sempre più inclini all'introduzione di elementi "artistici" nella presentazione dei loro piatti. Il food si riempie così di significati che vanno oltre il semplice piacere della consumazione o la soddisfazione delle più naturali necessità fisiologiche, a favore di bisogni più astratti che materiali.

A conclusione di questo ragionamento, credo, infine, che l'Italia che fa della propria cultura culinaria e della bellezza i suoi cavalli di battaglia - abbia una naturale predisposizione a perseguire questi obiettivi, la cui coesistenza è ormai imprescindibile per costruire un nuovo modello di business che - anche nel food, appunto - sia buono bello e giusto

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